INVOLUCRI|BASILICA PALLADIANA
Involucri | Basilica Palladiana (o Palazzo della Ragione) a Vicenza

INVOLUCRI|BASILICA PALLADIANA

Se facessimo un gioco di accostamenti con un architetto come Andrea di Pietro della Gondola (più comunemente noto come Andrea Palladio), subito penseremmo a parole come “architettura rinascimentale”, “ordine”, “simmetria”, “proporzioni”. Ma se, nel corso della sua attività di progettista, si fosse dovuto confrontare con qualcosa che con “simmetria” ed “ordine” non avesse nulla a che vedere, ma anzi, si avvicinasse maggiormente alla ”confusione” ed al “disordine”? Quale dei due fronti avrebbe vinto? Dal momento che questo incontro avvenne, possiamo trovare la risposta nella Basilica Palladiana di Vicenza, per le cui logge Palladio elaborò il progetto della vita.

La storia del Palazzo della Ragione vicentino risale a tre secoli prima dell’arrivo di Palladio: è documentata infatti la presenza di altri edifici pubblici nella piazza, accorpati a metà Quattrocento in un unico edificio, con un salone passante al piano nobile. Fu in questo periodo che l’architetto del Comune, Tommaso Formenton, diede inizio alla costruzione di un doppio ordine di volte attorno all’edificio: dopo di lui si alternarono Antonio Rizzo, Giorgio Spavento, Antonio Scarpagnino, Jacopo Sansovino, Sebastiano Serlio, Michele Sanmicheli, Giulio Romano. Nonostante questo elenco di nomi illustri, nel 1546 il Consiglio cittadino decise di approvare il progetto di Giovanni da Pedemuro e dell’allora trentottenne Andrea Palladio, incarico ottenuto quasi certamente grazie all’appoggio di Giangiorgio Trissino (il cui rapporto con Palladio meriterà qualche parola in altra sede); i lavori iniziarono solo tre anni dopo, con l’esclusione di Pedemuro dal cantiere in seguito ad alcune discussioni.

La principale questione affrontata da Palladio fu come circondare l’edificio medievale, appunto asimmetrico, con aperture che garantissero regolarità e proporzione, ed al contempo si allineassero con i varchi ed i percorsi esistenti. Fu scelta una soluzione “elastica”, in grado di assorbire le differenze delle campate senza tuttavia farle percepire: l’iterazione della “serliana”, ovvero un elemento architettonico composto da un arco a luce (ampiezza) costante, affiancato da due aperture laterali architravate rettangolari di larghezza variabile. Osservando le arcate angolari, è possibile notare come le aperture rettilinee siano ridotte al minimo rispetto alle altre, dove, seppur di poco, la dimensione varia. La sequenza delle serliane origina una parete quasi trasparente, in modo che la luce possa penetrare al di sotto delle volte ed illuminare gli ambienti.

Involucri| Basilica Palladiana | Vicenza | Palladio

Elemento architettonico detto “serliana” utilizzato da Palladio a Vicenza

Involucri| Basilica Palladiana | Vicenza | Palladio

Iterazione delle serliane nella Basilica Palladiana a Vicenza

Involucri| Basilica Palladiana | Vicenza | Palladio

Incontro antico – nuovo: l’edificio medievale viene avvolto dall’involucro palladiano

Fu Palladio stesso a nominare “basilica” il Palazzo della Ragione, avvolto dalle logge in pietra bianca, a memoria dei romani tribunali e luoghi in cui si svolgevano gli affari (dunque non nel senso cristiano del termine). Il cantiere proseguì lentamente, e fu terminato solo in seguito alla morte dell’architetto: come spesso succede, la Basilica di oggi è il risultato di alcune modifiche, come il colore verde della copertura (qui a “carena di nave”) dato dalle lastre di rame aggiunte nel corso dell’Ottocento, in sostituzione del rivestimento in piombo originale, memore delle cupole di San Marco a Venezia. Ancora, fu alterato il rapporto tra piazza ed edificio pubblico: Palladio aveva previsto un minimo stacco dal suolo della piazza, attraverso un gradino in trachite scura, rispettando la vocazione commerciale dei locali al piano terra e la necessità di un passaggio dei carri per il trasporto delle merci. Negli anni cinquanta del Novecento, tuttavia, la quota del piano di calpestio della piazza venne abbassato artificialmente al fine di realizzare altri due gradini in pietra bianca. Un podio d’invenzione, giustificato forse dalla lettura de I Quattro Libri dell’Architettura (dove talvolta è lo tesso architetto a rivedere ed “aggiustare” i propri progetti in ottica classicista), per monumentalizzare la Basilica, alterando il vitale rapporto fra spazi aperti e piazza coperta, sul modello del vicino Palazzo della Ragione di Padova.

Author

Camilla Donantoni
Architetto libero professionista, con esperienza nel settore del retail e dell'architettura degli interni. E' Dottore di ricerca in Composizione Architettonica, titolo conseguito presso l'Università Iuav di Venezia, dove si è laureata con lode e svolge attività di collaborazione alla didattica e alla ricerca. Nel 2015 ha conseguito un Master in Architettura Archeologia e Museografia presso l'Accademia Adrianea Onlus, per la quale svolge ora l'attività di tutor nel workshop Berlin Museumsinsel. La sua ricerca predilige il campo della Composizione Architettonica e degli Interni, con particolare attenzione al rapporto fra nuovo e antico, fra costruzione e conservazione.

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