Pergamo è un’antica città dell’Asia minore posta a poca distanza dalla costa del Mar Egeo. Tra il III e il II sec. a.C. fu uno dei maggiori centri culturali ed artistici dell’ellenismo, diventando capitale del regno degli Attalidi. La città continuò a prosperare anche quando, nel 133 a. C., il regno fu assorbito come provincia romana. E solo l’arrivo degli Arabi causò la sua distruzione nel 716 d.C. Nel Medioevo la parte alta della città antica, utilizzata anche come fortezza, venne ricostruita recuperando gli antichi materiali ritrovati nel sito: questi elementi riutilizzati destarono l’attenzione degli archeologi tedeschi, che avviarono così una campagna di scavi iniziata nel 1873 sotto la direzione di C. Humann, per conto dei Musei di Berlino prima e poi dell’Istituto Archeologico Germanico.
Procedendo di quasi duecento anni,l’Acropoli di Pergamo costituisce oggi la principale località archeologica dell’area circostante, e conserva buona parte delle antiche vestigia e dell’assetto originario, ad eccezione dell’ara dedicata a Zeus, la cui ricostruzione si trova all’Altes Museum di Berlino. L’intervento da noi previsto ha come obiettivo principale la valorizzazione di questo luogo mediante un progetto di musealizzazione archeologica e l’inserimento di un museo illustrativo, ad oggi non presente, in grado di sintetizzare il senso del progetto di ricostruzione della forma dell’Acropoli: ricordare il passato, raccogliere il presente e collezionare per il futuro.
Al fine di conseguire un quadro di riferimento garante di valide ipotesi interpretative sotto il profilo storico-archeologico della zona interessata dal progetto e per poter formulare idonee proposte di intervento, hanno assunto un ruolo di rilievo le fasi di ricerca di carattere storico-archeologico, di lettura stratigrafica e di documentazione grafica e fotografica, a partire dalla lezione dei Tedeschi, data dai loro ridisegni interpretativi. Sappiamo inoltre che la forma urbis ellenistica traeva origine dalla cinta muraria voluta da Eumene II ai piedi della collina e comprendeva l’agorà, i ginnasi (eretti su tre terrazze parallele ogni 12 m di altezza) e la vera e propria Acropoli con la reggia e i monumenti principali.
L’orientamento degli edifici dell’Acropoli si rivolge verso ovest, ovvero verso la valle del Selinus, con una disposizione che segue l’arco la cui corda sottesa è costituita dalla terrazza del teatro. Proprio tale composizione di elementi di identità definita, ordinati a formare una geometria “altra”, l’arco, sembra essere ricalcata da un passo de “Le città invisibili” di Italo Calvino:
“Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
– Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: – Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che mi importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.”
Il progetto vuole essere la riconnessione sintattica di quegli elementi, per una nuova lettura dell’antichità in rapporto con il paesaggio.

Acropoli di Pergamo | Arco su cui si dispongono tre terrazzamenti, la cui corda sottende la stoà del teatro