TESORI DA SALVARE | Un progetto di recupero e fruizione al pubblico per la Chiesa di San Lorenzo di Castello a Venezia
San Lorenzo di Castello a Venezia | Campo e chiesa

TESORI DA SALVARE | Un progetto di recupero e fruizione al pubblico per la Chiesa di San Lorenzo di Castello a Venezia

Intervista fatta a me e alla mia compagna di tesi Michela Zigiotto a cura di Gian Pietro Penso, all’interno del numero di marzo 2015 della rivista L’Eco di Mogliano, riguardante la chiesa di San Lorenzo di Castello a Venezia, oggetto di studio per il lavoro di tesi di Laurea Magistrale in Architettura per la Costruzione e la Conservazione.

Buongiorno, ragazze, anzi, scusate, architetti! Ho analizzato il vostro lavoro, una tesi che merita di essere pubblicata! Ma come è nata l’idea di un lavoro così complesso, occuparsi della chiesa di San Lorenzo di Castello a Venezia?

Da tempo la chiesa di San Lorenzo di Castello, oggi padiglione esterno della Biennale di Venezia, sita a pochi minuti a piedi da Piazza San Marco, necessita di un deciso intervento di restauro e riqualificazione, che ne metta in luce il potenziale. Essa vanta infatti un impianto a doppia aula, con altare centrale marmoreo attribuito a Gerolamo Campagna e interamente decorato con statue, molto rara nel suo genere. L’apparato decorativo interno si compone inoltre di pregiati stucchi ora danneggiati per l’incuria; il soffitto a volta presenta infiltrazioni e perdita di materiale. Al di sopra di esso si apre un altro mondo, ora non aperto al pubblico, che è quello della copertura: nel corso dei vari sopralluoghi effettuati, abbiamo potuto vedere le più grandi capriate lignee d’Europa (lunghe 32,60 m!) Il consolidamento di queste ultime, eseguito verso il 1956, prevedeva l’inserimento di grandi travi di calcestruzzo armato precompresso interamente gettato in opera a sostegno dell’apparato ligneo seicentesco. Tale intervento, innovativo all’epoca, ha provocato col tempo una serie di problemi strutturali alle murature esterne della chiesa, oltre allo stesso altare. All’interno della chiesa vi sono infine scavi archeologici aperti alla ricerca della tomba di Marco Polo (che si dice sia qui sepolto), e che andrebbero valorizzati in quanto hanno portato alla luce mosaici pavimentali di periodo romano e rinascimentale. Considerata la nostra formazione in Architettura per la Costruzione e la Conservazione, la scelta, nonché sfida, per il lavoro di tesi è ricaduta su questo stupendo luogo, che ci dava per di più l’opportunità di avere il confronto con una illustre preesistenza (la seicentesca chiesa di San Lorenzo a Venezia) e al contempo di poter proporre al suo interno una soluzione progettuale contemporanea. Partendo dal fondo, potremmo parlare di tre livelli di interesse della chiesa, corrispondenti ai suoi diversi piani: il livello interrato, degli scavi archeologici, il livello parietale, dell’apparato decorativo e del grande altare marmoreo, ed infine il livello della copertura, con le capriate e le grandi travi in cemento armato.

Quindi una bellissima sfida, di grande importanza, poi, come molti siti veneziani, magari meno conosciuti alla massa e spesso lasciati nell’incuria dalle istituzioni. Perchè a quattro mani?

Innanzitutto per la complessità del tema di tesi, che richiedeva moltissimo lavoro e competenze diversificate. Arrivavamo da altri studi e ricerche sviluppate insieme ed abbiamo scelto anche qui un lavoro a quattro mani, un binomio rivelatosi in più occasioni vincente, vista la nostra oramai sperimentata complementarietà caratteriale e lavorativa: l’una è più tecnica e precisa, l’altra più creativa e sognatrice, forse un poco visionaria. Confrontarsi con un edificio che ha secoli di storia non è facile e spesso ci siamo sentite in difficoltà provando quasi un senso di inferiorità, poi anche di impotenza, visti gli esigui mezzi che avevamo a disposizione. Alla fine siamo riuscite a portare a termine l’impegno prefissato, cioè sensibilizzare le persone alla tematica dell’importanza culturale, strategica ed anche economica del restauro architettonico. I nostri monumenti devono essere tutelati! Il fatto che il nostro patrimonio artistico, architettonico ed archeologico sia smisurato non vuol dire che siamo legittimati a lasciarlo cadere nell’oblio e nel degrado. Noi portiamo l’esempio di un’ex chiesa veneziana, ma potremmo parlare di altre chiese e di altre città.

Un lavoro dunque difficile, complesso. Vorrei quasi dire mastodontico nelle sue dimensioni. Ed anche la tesi che ho avuto il piacere di leggere è decisamente importante, per qualità e ampiezza. Ma quanto lavoro è stato necessario?

Circa 18 mesi; lungo e difficile, a partire dal coinvolgimento di enti pubblici come la Soprintendenza e l’ufficio per i Lavori Pubblici, che comporta sempre una dilatazione delle tempistiche per l’acquisizione dei permessi per documentazione e sopralluoghi. Bisogna poi considerare la pericolosità del sito, buona parte della chiesa risulta inagibile e i padiglioni temporanei inseriti all’interno del manufatto devono sempre avere una retina di protezione dalla caduta accidentale di parti dell’intonaco delle volte. Bisogna dire anche che questa tesi ha studiato la chiesa di San Lorenzo di Castello da più punti di vista, coinvolgendo molte discipline quali restauro, progettazione, tecnologia e tecnica, compresa la ricerca dei materiali più idonei al restauro conservativo e nel rispetto del suo ‘ritorno alle origini’ e anche questo richiede una più lunga preparazione ed elaborazione.

Ho visto che arrivate, oltre al progetto di restauro, anche ad una riqualificazione artistica e turistica del sito, comprese pubblicazioni e gadget, quindi un progetto in grado di diventare attraente per il turista. Cosa proponete quindi all’attenzione del mondo culturale, artistico e delle istituzioni ?

Partite dall’attuale stato di conservazione della chiesa, con ad una attenta analisi delle pareti perimetrali interne, dell’altare centrale marmoreo, delle volte, delle capriate, del tetto, degli scavi archeologici e delle murature, siamo arrivate a proporre soluzioni progettuali appropriate e studiate appositamente, in particolare gli interventi nella copertura tra cui il consolidamento delle capriate e l’ipotesi di smontaggio delle travi in calcestruzzo armato, al fine di ripristinare il funzionamento delle capriate stesse e liberare di quel peso l’altare che sta a poco a poco sprofondando. A seguire, il restauro delle volte e delle pareti interne lasciando tuttavia percepibile la storia della chiesa: fessure, mancanze di intonaco, risarcimento degli stucchi diventano tracce leggibili e importanti del passato di San Lorenzo e quindi anche nostro. Infine, lo sviluppo di uno spazio espositivo, all’interno della chiesa, modulare e modificabile in funzione delle diverse necessità della Biennale ed aprirsi a numerosi altri eventi culturali e mostre. Questo è possibile attraverso un sistema a reticolo di pilastri e travi in acciaio, legno e vetro, che lascia una grandissima libertà operativa. Una struttura a più piani sovrapposti, ma leggera e quasi intangibile grazie ai vuoti e alle trasparenze, che permettono anche la visione degli scavi archeologici. Dei sistemi di risalita (scalette e ascensori) danno la possibilità a tutti di accedere fino in copertura oltre le volte ed utilizzare anche questa parte dell’edificio come spazio espositivo-museale di grande suggestione, come si è presentato a noi nel corso dei sopralluoghi.

SAN LORENZO DI CASTELLO | INTERNO

San Lorenzo di Castello a Venezia | Foto dell’altare marmoreo presente all’interno della chiesa

Alla fine, cosa vi siete proposte di ottenere con questo importante lavoro?

La nostra volontà è quella di sensibilizzare il pubblico rispetto alle potenzialità e al giusto interesse che andrebbe attribuito alla Chiesa di San Lorenzo di Castello, oggi chiusa fatta eccezione per gli eventi della Biennale, e destinata sempre più al degrado e all’abbandono, a causa dei costi di manutenzione e restauro, in un momento storico dove lo Stato Italiano non finanzia risorsa alcuna per la conservazione del patrimonio, mentre spreca e sperpera in molti altri settori. Bisogna poi dire che dei beni artistici ‘salvati’ e tutelati, oltre ad impreziosire il nostro patrimonio, se gestite con intelligenza e managerialità diverrebbero anche fonte di reddito, come successo in altri casi, gestiti da privati. Ma non sta a noi giudicare o criticare la politica. La Chiesa di San Lorenzo è un luogo che grida al riscatto, che abbiamo cercato di ‘proporre alla salvezza’ con il nostro intervento di restauro e di progetto di allestimento, infine, una stretta al cuore! Immaginate quale sensazione si provi ad aver ideato e costruito un ‘mondo d’arte’ dentro a questa chiesa, e poi provare ad entrarvi un sabato pomeriggio durante una passeggiata a Venezia, trovando il portone chiuso.

CAMILLA E MICHELA

San Lorenzo di Castello |Foto scattata durante i rilievi per l’analisi delle murature interne alla chiesa

Author

Camilla Donantoni
Architetto libero professionista, con esperienza nel settore del retail e dell'architettura degli interni. E' Dottore di ricerca in Composizione Architettonica, titolo conseguito presso l'Università Iuav di Venezia, dove si è laureata con lode e svolge attività di collaborazione alla didattica e alla ricerca. Nel 2015 ha conseguito un Master in Architettura Archeologia e Museografia presso l'Accademia Adrianea Onlus, per la quale svolge ora l'attività di tutor nel workshop Berlin Museumsinsel. La sua ricerca predilige il campo della Composizione Architettonica e degli Interni, con particolare attenzione al rapporto fra nuovo e antico, fra costruzione e conservazione.

2 comments

  • Camilla Donantoni, brava, o meglio brave perche’ il mio plauso va anche all’architetto Michela Zigiotto!
    Mi piacerebbe avere accesso alla vostra tesi di laurea per mia curiosita’ culturale e per contribuire, se possibile, a sensibilizzare le nuove istituzioni veneziane, sindaco compreso, sulla improcastinabile necessita’ di “salvare” un bene artistico, culturale e religioso che dovrebbe essere prioritario, anche perche’ in esso sono ancora probabilmente nascoste le spoglie del “figlio” piu’ illustre di Venezia, Marco Polo.
    Il vostro progetto e’ abbastanza ambizioso! Restauro conservativo e riqualificazione dello spazio per utilizzo espositivo. Penso che innanzitutto si debba pensare al restauro conservativo, che voi avete gia’ in parte affrontato. Questa e’ l’assoluta priorita’ sia all’esterno che all’interno!
    Ritengo infine che il vostro progetto dovrebbe essere portato all’attenzione della nuova amministrazione a Venezia con l’obiettivo di sensibilizzarla per la ricerca di un finanziamento anche europeo!

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    • Camilla Donantoni

      Ciao Gianpaolo!
      ti chiedo scusa per il ritardo nella risposta, e ti ringrazio per il tuo commento!
      Purtroppo ho dovuto lasciare un po’ da parte il blog, per concentrarmi sulla pubblicazione del libro avente come oggetto proprio San Lorenzo, ovvero la continuazione della ricerca iniziata con la nostra tesi di laurea magistrale, approfondita e ampliata con l’aggiunta di alcuni contenuti.
      Il nostro tentativo è proprio quello di sensibilizzare l’amministrazione e gli abitanti nei confronti del manufatto, affinché vengano almeno in parte ripresi i lavori iniziati qualche anno fa: per questa ragione alcune copie del libro sono state inviate agli uffici di competenza!
      Il progetto da noi descritto affianca, all’ipotesi di un restauro affine a quello critico per principi, la proposta di un progetto inteso come esito del nostro iter di studi di architettura, e per questo forse un po’ ambizioso.
      Se fossi interessato ad ulteriori informazioni scrivimi pure alla mail che trovi all’interno del blog!

      Un caro saluto,
      Camilla

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